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09 giugno 2014

Guida all'acquisto





Attraverso l'INCI siamo in grado di farci un'idea del prodotto che stiamo comprando, ma, cosa ancora più importante, possiamo imparare a capire alcune caratteristiche del cosmetico. Come ad esempio la consistenza di una crema, il suo grado di nutrimento, oppure l'effetto condizionante o meno di un balsamo, o quanto potrebbe essere sgrassante un detergente. Tutto ciò è e rimane su una linea del tutto teorica, dato che ogni capello ha la sua storia, che ogni pelle ha la sua sensibilità, ma è in grado di darci indicazioni molto più importanti rispetto a ciò che possiamo comprendere sul fronte dell'etichetta. 

Prendiamo per esempio alcuni shampoo: alcuni hanno la stessa identica formulazione, cambia solo il profumo, eppure ce lo spacciano per tipologie di capelli/pelli differenti.
Non vi basta?! Pensate ad una crema viso per pelli miste, potrebbe essere "100% ecobio", ma magari al suo interno ha un ingrediente vegetale innocuo, come l'olio di mandorle dolci, in una quantità tale da poter darci problemi di impurità e sebo in eccesso.

Questa è una mossa di marketing, che si può scoprire solamente interpretando un inci, piuttosto che ricopiarlo su internet o passarlo in una APP del vostro smartphone. In poche parole, l'inci è come un libro, giudicarlo dalla copertina è superficiale, leggere parola per parola (ingrediente per ingrediente) è indicativo, ma è la comprensione del testo che ci permette di capire davvero cosa stiamo leggendo.

Quello che mi prometto di fare, è quello di creare una guida che possa indicarvi, grossomodo, cosa dovete aspettarvi da quel determinato prodotto, così da non farvi abbindolare dalle strategie di marketing, che spesso hanno la meglio in quanto più visibili e fruibili al grande pubblico.
E ancora, sarà mia premura aiutarvi a leggere l'inci nella sua interezza, perché a volte le aziende sono a prova di biodizionario, ma creano comunque prodotti infelici (esempio una crema viso "senza parabeni" che però al suo interno contiene un conservante infelice che parabene non è!) facendovi agire secondo vostra coscienza (es. capire se un prodotto è vegan o meno, se è biodegradabile oppure no) e consapevolezza, con acquisti quanto più mirati, cercando di evitare le sòle che potrebbero essere dietro l'angolo (tipo costose cremine che promettono miracoli ed invece sono assolutamente vuote).


29 gennaio 2014

Coccole per le labbra

Ormai siamo entrati nel pieno dell'inverno, le giornate sono fredde e i malanni si contano un po' ovunque. Cosa c'è niente di meglio di uno spignatto evergreen? Con l'inizio di questo anno, oltre a porgervi i miei (ritardatari) auguri di un buon 2014, sono qui per riproporvi un'idea spignattosa semplice, ad effetto e di varia utilità. 

Sto parlando del "Pronto Soccorso Labbra screpolate" di Angolo di Lola, io ho semplicemente donato a questa ricetta un tocco ancora più goloso e fatto a meno del Tocoferile acetato (se l'avete usatelo!!!) che attualmente manca nel mio armadietto delle materie prime! 

Detto ciò, ecco a voi la ricettina per un balsamo, rigorosamente da vasetto, protettivo delle labbra! 





Balsamo per le labbra 
(Ricetta basic)

Fase Grassa
Cera d'api vergine gialla 20%
Olio di riso 45%
Tocoferile Acetato 10%

Fase Acquosa
Glicerina 5%
Miele d'acacia 20%

Olio essenziale Arancio dolce 5gc




Realizzazione
Abbiamo bisogno di due pentolini adatti al bagnomaria o dei contenitori che possano essere usati per sopravvivere al microonde ed alle alte temperature. La scelta varia in base alla vostra esigenza: bagnomaria o microonde?! In ogni caso divideremo i nostri contenitori in modo che uno contenga tutti i grassi (fase grassa) e l'altra glicerina e miele (l'acquosa). 

Pesiamo ingrediente per ingrediente sulla nostra bilancia, poi scaldiamo le due fasi separatamente, se avete optato per il microonde fate molta attenzione a non far friggere l'olio!! Se avete il termometro da cucina, quello per carni con la punta metallica per intenderci, misurate le due fasi: entrambe devono essere sui 70°C circa. Se non avete e non volete il termometro, fate sì che le vostre fasi siano caldissime...
Togliete le due fasi dalla fonte di calore, date una mescolata alla fase acquosa e tuffate il vostro montalatte nei grassi sciolti, fatelo subito perché la cera tende a solidificarsi velocemente. Andate a frullare la fase grassa con un montalatte, poi poco a poco versate la fase acquosa, MAI IL CONTRARIO! Continuate a versare a filo, senza fretta, frullando senza sosta fino a raffreddamento. E' molto importante continuare a frullare (o mescolare con un cucchiaino) fino a raffreddamento, altrimenti le due fasi potrebbero separarsi.
Quando arriviamo ad avere un composto denso e tiepido, dunque non freddo, possiamo aggiungere 5gocce di olio essenziale di arancio dolce oppure una fragranza lipsafe, ovvero esplicitamente adatta ai cosmetici per le labbra.


La ricetta, come da convenzione, è stata espressa in percentuali, va tramutata in grammi partendo dal totale del prodotto finito. In questo caso è consigliabile fare almeno 50g di balsamo per le labbra, altrimenti risulta difficile lavorarlo ed emulsionarlo.


Ecco qui la ricetta che vedete nelle foto:

Fase Grassa
Cera d'api vergine gialla 20gr
Oleolito di vaniglia 50gr
Olio di Ricino 5gr


Fase Acquosa 
Glicerina 5gr
Miele d'acacia 20gr
Olio essenziale Arancio dolce 5gc


Utilizzo
Applicatelo sulle labbra quando sentite il bisogno di idratarle, oppure come protettivo per esporvi ad agenti esterni come il forte vento o freddo invernale. Alcuni la trovano particolarmente adatta per screpolature al naso o alle mani.
Usate un pennello per labbra, oppure a mani ovviamente ben pulite, basta un polpastrello per raccogliere un po' di balsamo e spalmarlo sulla zona interessata. 
E' utile e confortevole anche per i maschietti, dato che lucida davvero poco. Ammorbidisce le labbra e aiuta a rimarginare piccoli taglietti e screpolature. Dura per diverse ore, quindi non sarà necessario avere lo stress di riapplicarlo ogni minuti (salvo mangiarsi il balsamo perché troppo buono!).

Ingredienti
- Cera d'api vergine gialla: è una cera molto gradevole, dall'aroma delicato e dolce di miele, può avere tracce di impurità ed è per questo che consiglio di scioglierla prima da sola, così da poter prelevare con calma eventuali residui, una volta fatto ciò inserite il resto degli ingredienti della fase grassa e procedete con la ricetta. In farmacia (e in alcuni rivenditori di materie prime) troverete quella sbiancata, che perde di colore e aroma caratteristico, ma è comunque utilizzabile per questa ricetta.
La scelta migliore è cercare vicino a casa vostra un apicoltore e chiedetegli questo ingrediente, se risulta un po' sporca non vi allarmate, anzi, ve la pulirete a casa con calma e a riguardo scriverò un articolo. Un euro all'etto è un prezzo più che ragionevole.

- Olio di Riso: senza andare molto lontano basta sbirciare nei reparti dei discount o supermercati, lo troverete senza alcun problema. Dato il particolare processo di estrazione, è impossibile trovare quest'olio spremuto a freddo. E' un olio praticamente inodore, ricco di tocoferoli (vitamina E) che lo preservano dall'irrancidimento, incoronandolo ottimo ingrediente per molti spignatti o macerazioni oliose. Potete sostituirlo con altri oli di vostro gradimento, ma per un balsamo per le labbra ricordate di scegliere un olio che non irrancidisca facilmente e che sia piacevole per il vostro gusto e naso.

- Oleolito di vaniglia: altrimenti detto macerato oleoso, non è altro che la macerazione delle bacche di vaniglia nell'olio. Questo processo permette di estrarre l'aroma dato dalla vaniglia (un aroma dolce ma con un sottofondo caldo e legnoso). Si consiglia sempre di preparare un oleolito con un olio che non vada a rancido e sia praticamente insapore, l'olio di riso è la scelta più economica e semplice. Ulteriori approfondimenti sugli oleoliti, verranno dati prossimamente sul blog.

- Glicerina: umettante e simile all'acqua, ma più denso e dal tocco appiccicoso. Si usa in moltissime preparazioni cosmetiche, è irrinunciabile per chi vuole spignattare. Provate a chiederla dal vostro ferramenta (mi raccomando specificate che deve essere PURA, per il resto state tranquilli, la provenienza è la medesima di quella della farmacia), dovrebbe riuscire a procurarvela senza problemi. Non scade, quindi una volta trovata prendetene tranquillamente un litro.

- Miele d'acacia: gli zuccheri del miele hanno un potere ristrutturante, il profumo e il sapore sono ottimi per un balsamo per le labbra. Penserete che una preparazione del genere rischi di risultare appiccicosa, ma in questa percentuale non è affatto così. Lega benissimo con l'olio essenziale di arancio dolce e l'aroma naturale della cera gialla. Dato il tipo di spignatto destinato alle labbra, evitate di utilizzare un miele amaro o granuloso, quindi non è necessario che sia per forza d'acacia. Non è importante la marca, andranno benissimo anche quelli del discount.

- Tocoferile Acetate: si tratta di vitamina E, viene utilizzato come emolliente e cicatrizzante. Se vi manca, potete sostituirlo con del tocoferolo (che ha anche una buona azione antiossidante), utilizzandone metà rispetto alla quantità del Tocoferile Acetate richiesto dalla ricetta (quindi 5% invece del 10%, il restante 5% sarà di altro olio di riso). Se non avete né l'uno né l'altro, potete farne a meno, forse il vostro unguento sarà meno riparatore ma manterrà comunque una buona efficacia.

- Olio essenziale: poche gocce andranno bene. Nel mio ho messo UNA goccia di Tea Tree per prevenire l'herpes, coprendo l'odore con l'arancio dolce, ma non vi azzardate di metterne di più perché finireste per avere un balsamo sgradevole per le vostre labbra. Se volete sperimentare altri oli essenziali, fate una prova mettendo una goccia diluita con un po' di olio di riso e provate a passarla sulle labbra... Ricordate però che quasi tutti gli OE sono amari.



Note
Anche questa ricetta non ha bisogno di conservanti poiché non contiene acqua.
Se avete miche o altre polveri cosmetiche adatte alle labbra, potete inserirne un po' in questa ricetta (secondo le indicazioni date dal produttore della polvere), così che oltre ad un effetto riparatore, funzioni anche come un leggero velo colorato. Le polveri andranno inserite, per prime, nel contenitore della fase grassa, aggiungendovi un poco d'olio per stemperarle bene. E' comunque possibile provare a stemperare le polveri cosmetiche in un po' di unguento già emulsionato, ma si rischiano granuli di pigmento.

21 novembre 2013

Sapone: introduzione

Introduzione al sapone
Un argomento che mi sta particolarmente a cuore è proprio la saponificazione. E' grazie a quest'arte che mi sono avvicinata allo spignatto.
Un tempo il sapone era un bene comune, veniva creato con prodotti di scarto, che le nostre antenate riuscivano a trasformare in sapone per il bucato e perché no, anche per l'igiene della propria famiglia. Con l'avvento dell'industrializzazione, questa tradizione è andata a perdersi, ma sono certa che alcuni di voi, scavando nel passato del proprio albero genealogico, troveranno donne "saponificatrici". 

Fare sapone in casa, al giorno d'oggi, è una pratica più tecnica, elaborata ma comunque alla portata di tutti. Ciò che è importante tenere a mente è che serve cautela e pazienza. Cautela perché andremo a maneggiare sostanze particolari, pazienza perché le nostre saponette dovranno stagionare, un po' come alcuni prodotti alimentari. E' un'arte dove è facile sbizzarrirsi, poiché oltre a semplici saponette all'olio d'oliva, è possibile andare oltre, riuscendo ad ottenere forme, colori e profumi di vario genere. Il costo dell'autoproduzione saponifera è variabile, per saponette "basic", ovvero senza burri vegetali di pregio, ma con ingredienti facilmente reperibili, si possono ottenere già un buon sapone ad un prezzo decisamente contenuto. 

Prima di addentrarci nel magico mondo del sapone, è bene però approfondire un argomento molto importante. L'uso di un "ingrediente" particolare, che non deve spaventarvi a morte, ma che non va nemmeno sottovalutato. Sto parlando della soda caustica. E' come maneggiare un coltello, bisogna fare attenzione a quel che si fa, ma non è nemmeno corretto tremare dalla paura temendo chissà quale orrore. La soda caustica non fa buchi nei pavimenti e nemmeno nella vostra pelle, va da sé che non va bevuta, non va annusata come fosse un eau de parfum e via dicendo. Spero che nessuno rinunci a questo fantastico passatempo solo per questo ingrediente, che deve rimanere nostro alleato e che troveremo comunque in futuro nei nostri spignattamenti (volete sapere come? Pazientate...).

Creare sapone solido ha molte tecniche, alcune sono più semplici, altre meno. Farò in modo da accennarvele tutte, ma voi vedrete i risultati personali di solo un paio di metodi. Questo perché non intendo autoprodurre tonnellate di sapone per la mia famiglia e poi alcuni metodi sono davvero impraticabili per le possibilità della mia cucina. 

Il sapone è un argomento vasto, se intendete approfondirlo, vi posso solo consigliare quella che considero la mia personale "bibbia". Sto parlando di "Il mio sapone" libro scritto da Patrizia Garzena e Marina Tadiello, edito da FAG, collana Natural Style. E' reperibile in molte librerie fisiche e online. Le vecchie edizioni costano davvero poco, ma anche ai prezzi odierni io continuo a consigliarlo, è l'unico libro, in italiano, completo e davvero ben scritto. 

Nel mio piccolo, su questo blog, cercherò di condividere con voi le informazioni basilari per provare a saponificare in autonomia, senza il sussidio di altro materiale.

12 novembre 2013

INCI: In-gredients app

E' con piacere che presento la novità di Biofficina Toscana, noto marchio da sempre impegnato nell'uso di materie prime nostrane e di qualità. Non si tratta di un cosmetico, bensì di un'applicazione basata sul biodizionario, ma che promette maggiore comodità e fruibilità.

Sto parlando di In-gredients. Si tratta di un sito e di un'applicazione per Chrome (prossimamente resa disponibile anche come estensione per Mozilla Firefox), che permette di analizzare l'inci nella sua interezza, per ottenere il grado di "bontà" di ogni singolo ingrediente, avvalendosi sempre dei canoni e classificazione fornita da Fabrizio Zago.

Sito:
http://in-gredients.it/

Estensione per Chrome:
https://chrome.google.com/webstore/detail/in-gredients-biofficina-t/bepleccelkjccgmdoiagpjecafegnino?hl=en-US



Spero di aver fatto cosa gradita.

Riattivazione del blog

Spinta da vecchie e nuove amicizie, ho deciso finalmente di recuperare questo blog.
Mi sono resa conto che il progetto era interessante e che, nel mio piccolo, avrei potuto condividere non solo le mie esperienze, ma anche fornire una raccolta di materiale facilmente fruibile rispetto alla giungla che si sta venendo a creare nei dintorni dell'argomento cosmesi "ecobio" ed arte spignattatoria. Non nego di avere un po' l'amaro in bocca, persone che hanno iniziato recentemente a spignattare, sono divenute "guru" di youtuber ed altre, addirittura, sono arrivate a scrivere libri, aprire e-commerce di dubbia legalità o peggio a diffondere per la televisione dei messaggi assolutamente sbagliati.

A questo punto, mi rendo conto che nel mio piccolo ho bisogno di dire la mia. Non avrò nessuno a leggermi, forse qualcuno si ritroverà per caso a visualizzare queste pagine; ma non importa, sento il bisogno di scrivere nero su bianco ciò che penso, ciò che ho appreso e di condividerlo, con chi passerà di qui.
Per questo ho iniziato a modificare la grafica, a sistemare e riaggiornare le risorse che posso e voglio offrirvi.

Come sempre non si tratterà esclusivamente di uno spazio per lo spignatto, ma di un posto dove apprendere qualcosa per capirne di più per l'acquisto consapevole. Voglio dire... "Ehi, hai una testa, dei neuroni, usali!" perché diventa triste che un prodotto cosmetico debba essere demonizzato, perché il biodizionario dice che ci sono "tanti rossi" o perché Carlitadolce grida allo scandalo su youtube.
Ragioniamo, non facciamoci infinocchiare dalle mode, che che poi per altri diventano mero marketing.

Tirando le somme, nei giorni a venire dovrei concludere l'aggiornamento dei menu in alto e quelli a destra, in seguito andrò a scrivere altri post, molto probabilmente vi introdurrò nel magico mondo dello spignatto o del sapone... ;)

23 maggio 2013

Teoria dello Stick

E' possibile ottenere prodotti pratici e maneggevoli, simili a quelli che l'industria cosmetica ci offre. Può sembrare complicato, ma con determinati accorgimenti riusciremo ad ottenere risultati decisamente buoni o addirittura molto professionali. Gli stick sono principalmente usati per prodotti per labbra (burro di cacao e rossetti) e come correttori per il viso (color carne o colorati), volendo per chi è più smaliziato, è possibile tentare la creazione di blush come quelli della ELF.
In questo articolo non mi occuperò delle ricette, ma solo delle informazioni principali per il packing e la realizzazione di un prodotto che possa effettivamente presentarsi in stick.

Riciclo contenitori stick
come rimovere facilmente i residui o stick smezzati/quasi finiti
Pulirli comporta creare patine di grassi ovunque, per questo possiamo ingegnarci. Mettete gli stick con le rimanenze, per un po' di minuti, in un congelatore. Fino a che lo stick di rimanenza non si è completamente indurito. Aiutatevi con della carta tipo scottex e sfilate lo stick, pulite finché è tutto gelato/ghiacciato, le scagliette verranno via più facilmente senza ingrassare ogni cosa.


Acquisto stick vuoti
Se possibile prendeteli in stock, vi costeranno di meno. Se non dovete regalarli, è inutile comprarne troppi, perché una volta consumati potete riciclarli pulendoli come ho scritto qui sopra. In commercio si trovano due tipologie di contenitori da stick.
Uno presenta una sorta di vite interna, questo permette di colare il vostro composto direttamente nel contenitore. Un gran vantaggio, ma di contro abbiamo un prodotto che alle volte potrebbe scorrere male o non scorrere affatto come vorremmo. Se poi siete pignole ed estete, non avrete un prodotto simil professionale.
Il secondo tipo di contenitore stick, è il classico labello. Nessuna vite, solo una specie di piattaforma dove si appoggia la base inferiore del nostro prodotto. I pro sono sicuramente uno stick più gradevole e comodo da far scorrere su e giù, i contro sono il dover usare assolutamente uno stampo per formare il nostro prodottino... Ci sono produttori (rivenditori di pigmenti cosmetici) che vendono stampi di plastica o siliconi appositi, badate bene a non comprare quello di Aromazone, molte ragazze segnalano la rottura dello stampo nel giro di pochi utilizzi! In questo caso avrete un prodotto che sembrerà davvero uscito da una casa cosmetica.
A parte ciò, esiste un metodo molto semplice ed economico.

Teoria dello Stick
E' una dritta di Angolo di Lola, è semplice ma ingegnoso. Ci serve una siringa di plastica, un coltello con lama seghettata e una lima per unghie. Togliamo l'ago dalla
siringa, buttatelo con molta cautela, è una parte che non ci servirà minimamente. Fatto ciò togliete lo stantuffo e conservatelo. Guardate le tacche della vostra siringa e la base dove si trova il becco dove si applica l'ago... Noi dobbiamo andare a tagliare la parte finale dove, spingendo ipoteticamente lo stantuffo, andiamo a non avere più aria nella siringa (insomma poco più sopra la tacca del 0.5ml) . Per comodità usate un'asse / tagliere da cucina, fate attenzione alle mani ed iniziate a tagliare, ci vorrà un po', una volta conclusa l'operazione limate i bordi per togliere eventuali imperfezioni lasciate dalla plastica tagliata.
Vi ritroverete una siringa senza più il becco. Lo stantuffo va inserito e tenuto ad altezza della tacca 5ml o anche prima, insomma come vi è più comodo. La siringa si tiene in verticale, la base di appoggio sarà lo stantuffo dalla parte della plastica. Inserite il liquido dalla bocca creata tagliando il becco e lasciate in equilibrio a raffreddare. Nello stick stile labello dovete inserire o un piccolo pezzetto di carta da forno o un pezzo di burrodicacao (qualche scaglietta semisolida) per tappare il piccolo buco che trovate alla base della "pedanina" dove poggia il prodotto. Così facendo si sigilla.
Appena si è solidificato un po' il burro di cacao o rossetto nella siringa, potete metterlo nel congelatore per qualche minuto (mettetelo pure in orizzontale). Questo velocizza le cose ma potrebbe smorzare l'aroma. Prendete il vostro contenitore da stick e tirate su la base, o al massimo o per lo meno per più della metà.
Una volta tolto dal congelatore il nostro prodotto congelato, spingete PIANISSIMO lo stantuffo per farlo uscire e poggiate la base uscita nel contenitore a tubo. Spingete ancora e ancora, piano, piano. In questo modo fissate il prodottino al contenitore in stick.
Il diametro della siringa va scelto in base al diametro dei vostri stick.


E' più facile a dirsi che a farsi, eventualmente consiglio la ricerca su youtube di qualche video tutoral.

Panoramica sulle cere

Introduzione...
Uno degli spignatti più semplici e basilari, che si apprendono quando si è alle prime armi, sono a base di cere. In breve cos'è una cera? E' un lipide, dunque insolubile in acqua, con un alto punto di fusione (variabile a seconda del tipo di cera). Se fusa ha una viscosità relativamente bassa. Può essere artificiale o naturale, se naturale di origine animale o vegetale. Possiamo dunque dividerle in vari gruppi: cere animali, vegetali, artificiali (idrocarburiche).

In cosmetica le usiamo come filmante e/o per dare corpo ed emollienza ad un prodotto, come ad esempio uno stick (un rossetto, un correttore) o per delle matite, eyeliner o mascara, oppure per delle cold cream particolari creme con alta quota di grassi. 



Ecco una panoramica veloce!
Iniziamo dalle più antipatiche, quelle da cui dobbiamo difenderci.
Le cere idrocarburiche: paraffina, microcristallina, minerale (ozorecite e ceresina)
Non mi soffermo più del dovuto, sono cere artificiali, non hanno proprietà dermatologiche degne di nota. Sono materie prime di origine petrolifra/bituminosa. La loro presenza in prodotti cosmetici è dovuta al fatto che possono sostituire le ben più costose cere vegetali/animali. 
Insomma basso costo della materia prima, buona resa nei prodotti cosmetici, se si ignorano ovviamente le controindicazioni. Come abbondamentemente spiegato in rete, anche da persone molto competenti come dalla Dottoressa dermatologa Riccarda Serri rischiamo di non far respirare la pelle, occludere i pori, provocare ulteriori impurità. Pensate ad esempio ad un rossetto con cera minerale, può dare un temporaneo effetto di idratazione, seguito da una secchezza e per di più favorisce l'insorgere di comedoni sul contorno labbra. 

Passiamo a quelle che renderebbero il nostro prodotto no-vegan...

Cere animali: cera d'api, lanolina e spermaceti.
La cera d'api detta anche cera flava o cera alba prodotto da delle ghiandole delle api operaie, viene estratto in apicoltura ed impiegato per cosmetici, farmaci e creazione di candele naturali. Esistono vari gradi di purezza, il colore varia dal giallo al bruno. Le impurità come residui di miele, polline e del favo stesso, possono essere tolte sciogliendo la cera in acqua, i detriti sporcheranno l'acqua e voi otterrete in bel disco di cera (essendo un lipide rimane separato dall'acqua). Generalmente non perde il suo odore/sentore dolce di miele, ragion per cui si consiglia di utilizzare profumazioni e aromi che siano in armonia con queste note regalate dalle api. Se grezza viene sconsigliata in caso di allergia ai pollini, in quanto potrebbe contenerne dei residui.
Punto di fusione: 62°C per la cera grezza, cera sbiancata 70°-72° circa.

La lanolina viene prodotta dalla cute delle pecore, che usano questa sostanza per mantenere il loro vello idratato e protetto. Si estrae attraverso il processo di lavorazione della lana. Questo prodotto è particolarmente emolliente ed ha un potere emulsionante (come del resto la cera d'api). Potrebbe contenere pesticidi, dipende ovviamente dalle condizioni di vita dell'animale da cui è stata estratta. 
Punto di fusione: 36°-42°C

I spermaceti è una sostanza oleosa estratta dal grasso delle balene e dalla testa dei capidogli. Vorrei rassicurare in parte gli animalisti e vegani, spiegando che è una sostanza praticamente rara e molto costosa. Ciò che viene attualmente venduto è un sostituto vegetale, stesso nome, composizione simile ma non uguale.
Punto di fusione: 45°-49°C


Le vegetali vi indico le più diffuse...
Della Jojoba abbiamo parlato qui dunque non intendo aggiungere altro a riguardo, è una cera liquida e viene per lo più trattata come un olio vegetale per via delle sue peculiarità.

La Carnauba è un derivato delle foglie di palma, ha un punto di fusione molto alto, che lo rende ideale per accoppiarle con cere con un punto di fusione inferiore per cercare il giusto equilibrio.
Punto di fusione: 80°-85°C

La Candelilla viene estratta dalle foglie di una pianta messicana, Euphorbia. E' una cera con un punto di fusione medio, molto utile per bilanciare la quota lipidica per ottenere un prodotto solido ma confortevole.
Punto di fusione: 68-70°C
Altre cere...
Le cere vegetali, che devono sostituire soprattutto le animali per chi è vegano o allergico, continuano ad essere sempre di più. A base di fiori, frutte ed altre piante. Cere d'arancio, riso, mimosa, soia, gelsomino e via dicendo. Controllate sempre il punto di fusione e la viscosità, per capire quanto siano valide. Non aspettatevi mai prodotti profumati nonostante le loro origini, una cera alla frutta avrà un vago sentore che si perderà una volta sciolta o mescolata con altri lipidi, tenetelo sempre in conto. 



Punto di fusione 

{ordine crescente di durezza}

Jojoba liquida
Arancio 35-60°
Alcool cetilstearilico 48°
Cetil palmitato 43-53°
Alcool cetilico 49°
Tuberosa 50°
Giapponese 53°
Fiori d'arancio 50-60°
Jasmine 60°
Mandorla 60°
Oliva 60°
Stearina 50-70°
Rosa 60°
Loto 60°
Mimosa 60-65°
Api 62-64°
Bellina 63-73°
Acido stearico 69,6°
Candelilla 68,5-72,5°
Riso 77-86°
Carnauba 82-86°
 



Concludendo...
Dovrebbe essere tutto quello che serve per una buona scelta ed uso delle cere in ambito cosmetico. Un ringraziamento a Paracelso e Lola di AngolodiLola.

31 dicembre 2009

Magazine EcoBio

Nasce Sai Cosa Ti Spalmi Magazine. Un modo semplice, sicuro ed accattivante per avvicinarsi al mondo dell'ecobio partendo dalle fondamenta. Utile per chi ha le idee poco chiare e si perde, tra false credenze e pareri discordanti, nel mondo di internet o in quello delle riviste fin troppo commerciali.

Non c'è solo il nome illustre di Barbara Righini, di SCTS, ma anche altri esperti ed appassionati come Riccarda Serri (dermatologa), Fabrizio Zago (famoso chimico industriale conosciutissimo in rete per il suo Biodizionario), Loredana Antoniazzi (l'appassionata spignattatrice Lola, amministratrice dell'Angolo di Lola) e molti altri che hanno dato il loro contributo scrivendo articoli interessanti.

Se volete capirne di più su questa iniziativa, leggete la presentazione di Barbara Righini.

Volete correre a leggere il numero zero di questo Magazine?
SCARICA GRATIS IL PDF



... e condividetelo con le persone care, che sono sensibili o sapranno ascoltare ed interessarsi all'ambiente e alla cosmesi sicura e consapevole!

28 dicembre 2009

Olio di Jojoba

Inauguro lo spazio degli ingredienti cominciando con un articolo dedicato ad uno degli olii più apprezzati ed usati in molti spignattamenti: l'olio di Jojoba. La pronuncia esatta è "ho-ho-bah" e ad esser volutamente pignoli, si tratta di una cera liquida estratta dai semi di jojoba (Simmondsia chinensis), una pianta, o meglio un cespuglio, di origine desertica.
La particolarità dell'olio di jojoba sta nella sua composizione: a differenza di altri oli vegetali, la jojoba non è formata da triglicerici (molecole di glicerina), la struttura chimica è lunga e lineare. Questo spiega il facile assorbimento, da parte della pelle, dell'olio di Jojoba.
La presenza di questo olio vegetale, in molti cosmetici, arricchiste il prodotto stesso sia economicamente, che a livello di resa del preparato. L'olio di jojoba resiste alle calde temperature, senza cambiare consistenza, e non irrancidisce così facilmente. Ha caratteristiche simili a quelle del sebo umano, il che lo rendono un ottimo seboregolatore, adatto a spignatti destinate anche alle pelli del viso più unte. Grazie all'assenza di odore, alla bassa untuosità, leggerezza ed alto assorbimento, è considerato l'olio ideale per preparare olii per massaggi, anche a scopo terapeutico dato che è un buon veicolante di principi attivi.
E' adatto sia a pelli grasse che secche, viene usato come elasticizzante per prevenire rughe e smagliature, come idratante per la pelle bisognosa di nutrimento. E' un olio abbastanza prezioso, lo possiamo trovare sui 7-9€ ogni 100ml ma già pochi grammi, nei nostri spignatti, fanno la differenza.



Nome: Cera Liquida di Jojoba
Composizione
: C36-C46
Aspetto:
giallo paglierino, leggermente denso e leggero. Solidifica sotto i 10°C
Pesantezza: leggero
Comedogenico
: No
Termolabile
: No
Provenienza
: semi di Simmondsia chinensis
Uso:
consigliato in creme per il viso, creme antimicotiche, balsami per capelli
Conservabilità: luogo asciutto, praticamente in eterno

16 dicembre 2009

Gel dolce Lavaviso

Finalmente dopo tanta teoria, possiamo concederci un po' di pratica. La ricetta di oggi è molto semplice e l'ho scelta, tra le tante, perché può essere utile a donne e uomini, a grandi e piccoli ma soprattutto richiede davvero pochi ingredienti, facilmente reperibili nei nostri supermercati.
Per questo semplice spignatto, dobbiamo ringraziare e fare i complimenti a Lola, Grande Capa del Forum "Angolo di Lola".


Gel dolce Lavaviso
Sciroppo Fruttosio 
Acqua 30% Fruttosio 40%
Detergente Intimo 30%

Facoltativo: 

colorante alimentare liquido (su 100g lavaviso) rosso 3 gocce, blu 1 goccia


Realizzazione


Pesiamo tutti gli ingredienti su una normalissima bilancia da cucina. In un pentolino o direttamente in un bicchiere al microonde, scaldiamo l'acqua così da poter sciogliere tutto il fruttosio per ottenere uno liquido denso e limpido.
Lasciamo raffreddare il nostro sciroppo di fruttosio ed una volta completamente freddo, aggiungiamo un detergente intimo di nostro gradimento. Mescoliamo dolcemente con un cucchiaino, è molto importante mescolare lentamente per evitare che il nostro detergente inglobi aria al punto da schiumare. Se abbiamo scelto un detergente senza profumi, possiamo aggiungere un paio di gocce di un olio essenziale a nostra scelta (nel mio caso c'era già dell'olio essenziale di lavanda). Se ci va possiamo colorare il nostro detergente lavaviso con semplici colori alimentari, poche gocce bastano per ottenere buoni risultati.

Utilizzo


La mattina o la sera,o in qualsiasi altro momento della giornata, questo spignatto è adatto alla detersione delicata del viso. Lo zucchero contenuto nel fruttosio servirà ad addolcire la pelle rendendola più morbida ed idratata. Non è necessario passare un tonico acido o della crema idratante, ma se la vostra pelle "tira" o risultasse troppo secca, assecondatela.

Se utilizzate un detergente intimo ecobio, potrete creare un'ottimo lavaviso adatto anche al bagnetto dei più piccoli. Sarà molto più gentile sulla loro pelle...


Ingredienti

- Acqua: possiamo utilizzare dell'acqua naturale o demineralizzata (quella che si usa per stirare!). Se possibile evitiamo quella del rubinetto, dato che potrebbe ottenere depositi impuri di vario genere.
- Sciroppo Fruttosio: questa miscela di acqua e semplice fruttosio, ci permette di addolcire il nostro detergente, così da ottenere un prodotto più delicato. Gli zuccheri sulla pelle hanno un ottimo potere idratante. Il fruttosio, i cui zuccheri sono ricavati dalla frutta e dal miele, lo trovate in qualsiasi supermercato o discount, vicino al classico zucchero.

- Detergente Intimo: scegliete quello che più vi piace, viene consigliato quello intimo per via del pH che in genere si aggira sul 5 ma può essere più o meno acido, quindi adatto alla nostra pelle. Per la mia ricetta ho utilizzato quello alla lavanda della Forsan, linea Tradizione Erboristica. Il vostro può avere una consistenza diversa, ciò non influisce in alcun modo sulla ricetta, insomma scegliete quello che più vi piace! ;)

- Conservazione: questo lavaviso non ha bisogno di conservanti. Il detergente acquistato e aggiunto al nostro spignatto si conserva grazie al conservante inserito nella formula originale, mentre la quantità alta di fruttosio fa da autoconservante allo sciroppo ottenuto sciogliendolo in acqua.
- Facoltativi: i coloranti alimentari generalmente li trovate nel reparto per dolci (tra tutti gli articoli per decorazioni torte ecc), possono essere miscelati per ottenere dai colori primari quelli secondari. Con le dosi che vi ho fornito nella ricetta, otterrete il colore che vedete nella foto del mio spignatto. Nessuno vi vieta di giocare con i colori per ottenere un aspetto diverso da quello che ho scelto per il mio. Se volete profumare il vostro lavaviso poche gocce di olio essenziale basteranno per ottenere una buona profumazione.


Note


L'utilizzo delle percentuali, nelle ricette spignattatorie, ci permette di poter facilmente calcolare le dosi in base al peso totale del nostro prodotto finito. Questo vuol dire che per 100grammi di prodotto, dovremo usare 30g di acqua, 40g di fruttosio, 30g di detergente. Se volete un lavaviso da 500gr basterà calcolare la percentuale di ogni singolo ingrediente per il peso totale del prodotto.
 

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